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«La mia voce non esplode mai»... «Ed è per questo che piango/ nel portico della meraviglia». La voce di questo autore che viene dalla città di Gozzano e Pavese sa che la poesia si muove in questo spazio. Forma, misura (ciò che all'esplosione si oppone e però la esprime) e lacrime e meraviglia. Un teatro della riflessione, alle soglie della maturità, una impudica e quasi mormorata dedica d'amore alla vita. Un libro che, lasciandosi qualcosa alle spalle, non smette di avvertire quella canzone infinita alla quale, quasi incredulo, il poeta vuole partecipare in qualche modo, anche col suo canto perplesso, ma commosso nelle sue corde più intime.